
L’invenzione del telefono: più di 150 anni di storia
- Posted by Tecnotrade
- On 27 Dicembre 2021
Sapevi che il telefono nasce da un esperimento di elettroterapia? 150 anni fa Antonio Meucci costruì il telettrofono, precursore del telefono che conosciamo oggi.
Il 28 dicembre del 1871 Antonio Meucci depositò il brevetto del primo telefono. Per la precisione si trattava del caveat n. 3335, una domanda di brevetto con scadenza annuale. Meucci tentò di salvaguardare la propria invenzione nell’attesa di raccogliere i $250 necessari per ottenere un brevetto regolare.
Il tempismo e una serie di sfortunati eventi giocarono a sfavore dell’inventore italiano, che si contese – fino al 2002 – la paternità del telefono con Alexander Graham Bell, ingegnere statunitense di origini britanniche.
Nel tempo diversi ingegneri e studiosi sono stati ritenuti “inventori del telefono”, ma la diatriba Meucci – Bell è sicuramente la più dibattuta. Solamente negli anni 2000 – con più di un secolo di ritardo e non poche incertezze – il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto Antonio Meucci come padre del telefono.
L’invenzione del telefono
Attorno al 1848 Meucci – inventore dell’800 vissuto tra Firenze, L’Avana e gli Stati Uniti – stava conducendo degli esperimenti di elettroterapia su pazienti affetti da reumatismi.
Durante il trattamento, un paziente con reumatismi alla testa emise un grido a causa della scarica elettrica ricevuta. Meucci, che si trovava in un’altra stanza con l’apposito utensile all’orecchio, riuscì a sentire un suono non distinto. Allora ripeté l’esperimento, isolando la persona: ricevette di nuovo un suono.
Da quel momento, continuò con gli esperimenti anche nei giorni e nei mesi successivi. Meucci scoprì come trasmettere la voce attraverso un filo conduttore collegato a diverse batterie. Ribattezzò la propria scoperta “telegrafo parlante”.
Gli anni successivi
Fino a quello momento, l’unico telefono esistente era quello acustico, in uso ormai dalla seconda metà del Seicento. Lo stesso Meucci nel 1834 costruì un telefono acustico al Teatro della Pergola di Firenze per facilitare la comunicazione tra palcoscenico e addetti alla scenografia. Non immaginava che 15 anni dopo, avrebbe dato vita ad un rivoluzionario mezzo di comunicazione.
Negli anni successivi al 1848 proseguì gli esperimenti, apportando miglioramenti progressivi. Trasferitosi negli Stati Uniti, creò un collegamento telefonico permanente tra il suo laboratorio (esterno alla casa) e la stanza della moglie, costretta a letto da una grave malattia.
Il 1865 fu un anno importante: Meucci riuscì a costruire un prototipo praticamente perfetto, pressoché identico ai moderni telefoni, che risolveva alcuni problemi individuati dai laboratori Bell molto più tardi.
Nel frattempo i lavori subirono rallentamenti, perché nel 1871 l’inventore – in ristrettezze economiche – rimase convalescente per diversi mesi a causa di un incidente. Pochi mesi dopo, decise di fondare la Telettrofono Company e il 28 dicembre 1871 depositò presso l’Ufficio Brevetti a Washington, il brevetto a scadenza (caveat) in cui descriveva la sua invenzione: il Sound Telegraph.
Nell’immagine il primo apparecchio di Meucci, che lo aiutò nella sperimentazione della trasmissione della voce. Grazie a questa scoperta è oggi considerato il pioniere del telefono elettrico: il telettrofono. Questo telefono oggi è conservato al Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci a Milano.
Come funzionava il primo telefono?
Il telettrofono – o telefono magnetico – era composto di due parti, un trasmettitore ed un ricevitore, collegate tra di loro da un filo e delle asticelle calamitate. All’emissione di un suono (messaggio), la membrana trasmittente vibrava, alterando la corrente del magnete. Questa alterazione viaggiaa lungo il filo e raggiungeva la seconda membrana; quindi, la vibrazione della membrana ricevente permetteva poi di riprodurre il suono.
Meucci vs Bell: una contesa durata più di 100 anni
Per lungo tempo Antonio Meucci e Alexander Graham Bell si contesero la paternità del telefono. Per quale motivo? Nel 1871, quando Meucci decise di depositare il brevetto del telettrofono non disponeva di 250$ per depositare un brevetto regolare. Allora fu costretto a richiedere un caveat, un brevetto rinnovabile annualmente al costo di 10$.
L’anno successivo – nel 1872 – Meucci si rivolse all’American District Telegraph Co. di New York, per poter sperimentare il suo apparecchio sulle loro linee telegrafiche ed entrò in contatto con Alexander Graham Bell, il quale faceva da consulente alla compagnia.

Antonio Meucci e Alexander Bell
Dopo aver promesso il suo aiuto, l’azienda tergiversava con pretesti vari, così Meucci richiese la restituzione delle descrizioni e dei disegni consegnati: gli fu risposto che erano stati smarriti.
Nel 1874, però, Meucci faticò a trovare qualcuno che potesse prestargli 10$ per il rinnovo del caveat, quindi si vide costretto a rinunciare e decise anche di chiedere la restituzione dei disegni all’American District Telegraph Co.
Le difficoltà economiche di Meucci permisero a Bell nel 1876 di richiedere un brevetto per il suo telefono elettrico. Questo diede vita ad un acceso dibattito: da una parte Meucci, sostenuto dalla Globe Telephone Co. di New York, affermava l’originalità della sua invenzione; dall’altra Bell, spalleggiato dalla Bell Telephone Company, vantava i diritti garantiti dal brevetto. Tale disputa culminò in un processo che si concluse solo nel 1887, quando il giudice della Corte Distrettuale di New York concluse che: Meucci avrebbe realizzato un telefono meccanico, mentre Bell elettrico. Quindi nei fatti questa sentenza diede ragione a Bell.
… Ma il dibattito si riapre
Il dibattito si aprì nuovamente negli anni ’30 quando Guglielmo Marconi – allora presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche – organizzò l’Esposizione Universale di Chicago del 1933. Il tema erano i progressi in campo scientifico dell’Italia. Per l’occasione Marconi incaricò le Officine Galileo di ricostruire due prototipi di telefoni di Meucci. Questo lavoro portò alla luce nuovi materiali e riacceso i riflettori su chi fosse l’inventore del telefono.
La ricerca di materiale svolta in occasione dell’Esposizione Universale di Chicago fu cruciale e determinante per gli storici moderni che negli anni 2000 dovettero ricostruire la vicenda. Infatti, soltanto l’11 giugno 2002, il Congresso degli Stati Uniti emanò la sentenza che mise per un punto fermo alla vicenda e riconosciuto Antonio Meucci quale padre del telefono.
L’evoluzione del telefono fino ad oggi
Dal primo telefono ad oggi i progressi sono stati innumerevoli. I primi apparecchi sono nati come “telegrafi parlanti” con lo scopo di trasmettere la voce umana. Il telefono consentiva di trasmettere voce e dati in modo diretto e veloce, senza dover codificare l’alfabeto morse. Per la sua semplicità era usato soprattutto da uomini di affari.
Il suo utilizzo si diffuse soprattutto a partire dagli anni ’20, quando cominciarono ad apparire anche le prime utenze domestiche. Sempre in questi anni si assiste, da un lato alla comparsa dei primi servizi di telecomunicazione; dall’altro a un cambio dell’aspetto del telefono: trasmettitore e ricevitore si assemblano insieme nella “cornetta”.
Col passare degli anni gli apparecchi sono diventati sempre più sofisticati e diversificati. Oltre al design, i telefoni cambiano scopo e dimensione. Infatti tra gli anni ’70 e ’80 si assiste ad una progressiva comparsa dei telefoni portatili a scapito delle cabine telefoniche (dismesse completamente negli anni 2000 perché in disuso).
Gli anni ’90 hanno segnato un’altra importante tappa della storia delle telecomunicazioni. La nascita di Internet e successivamente la tecnologia VoiP hanno permesso agli utenti di esser in costante comunicazione attraverso la rete Internet, con quello che è stato chiamato “smartphone”.
L’integrazione della connessione Internet negli smartphone ha permesso di inserire molte altre funzionalità rispetto alla sola trasmissione della voce. Infatti oggi oltre a chiamare e scrivere messaggi è possibile: mandare email, fare foto e video, navigare in Internet, archiviare dati, pagare e molto altro. Di fatto, oggi il telefono è uno strumento essenziale nella quotidianità.
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